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La cucina tradizionale è salutare

Mai
come in questi ultimi anni tutto ciò che ruota attorno al cibo è
divenuto di gran moda. Trasmissioni come “La prova del cuoco” e rubriche
come “Gusto” o “Eat Parade” ne sono la prova.

In
questo articolo non si vuole valutare la bontà di queste trasmissioni,
quanto partire da queste per ridimensionare il mito della cucina
italiana come modello salutisticamente corretto. Nonostante gli italiani
stiano continuando a ingrassare a un ritmo decisamente superiore
rispetto al resto degli europei (i bambini italiani sono i più obesi
d’europa) si continua ad osannare il nostro modello di cucina, basandosi
su qualità che nulla hanno a che vedere con la salubrità.

Lo
stato nutrizionale di una popolazione è lo specchio delle sue abitudini
alimentari, e quindi anche del suo modello di cucina.

Una
alimentazione corretta deve consentire il mantenimento del peso forma.
Se gli italiani stanno ingrassando, significa che la cucina italiana non
è salutisticamente corretta. Punto.

E si
badi bene che ha poco senso discernere tra alimentazione e cucina,
ovvero non ha senso dare la colpa al Mc Donald’s o alle merendine come
argomentano alcuni cercando di salvare in corner la nostra cucina
tradizionale: gli italiani infatti mangiano a casa più spesso di tutti
gli altri europei. Nel meridione, dove questa tradizione è più radicata,
si concentra la maggior parte degli obesi.

Se la
cucina tradizionale fosse la soluzione al problema obesità, noi dovremmo
essere i più magri d’Europa: invece succede proprio il contrario!


tantomeno valgono le argomentazioni dei puristi alla “Slow food”, che
attribuirebbero tutte le cause del problema alla bassa qualità degli
alimenti, al ritmo frenetico della vita moderna, all’appiattimento del
gusto: basta valutare lo stato di forma degli addetti ai lavori per
capire che non è semplice mantenere il peso forma per il buongustaio
“slow”…

Perché la cucina tradizionale ci fa ingrassare?

Come
abbiamo visto, un modello di cucina che ci consenta di mantenere il peso
forma deve essere saziante, e abbiamo visto come le calorie per 100 g
ci consentano di discriminare tra un piatto molto o poco saziante.

La cucina tradizionale italiana propone piatti poco sazianti.

Mangiando
piatti poco sazianti si ingrassa o si fa la fame: alternative non ce ne
sono. Prendiamo in considerazione le cause e scopriremo che molte delle
argomentazioni di chi loda il nostro modello di cucina non rispondono
alla realtà o sono caratteristiche che nulla hanno a che vedere con la
sazietà.

L’olio extravergine di oliva

Il mito
nei confronti dell’olio ha raggiunto un livello tale che molti chef per
decretare la salubrità del loro modo di cucinare si limitano a
sentenziare: “nella mia cucina si usa solo olio extravergine di oliva”.
Poi pazienza se se ne usa troppo (rendendo i piatti delle bombe
caloriche) o se si porta regolarmente oltre il punto di fumo, con
cotture veloci che tanto vanno di moda, formando composti tossici a
volontà.

L’olio è
equivalente a tutti gli altri grassi nei confronti del sovrappeso, anzi
ha più calorie del burro o della maionese, alimenti considerati in modo
negativo proprio a causa del mito dell’olio.

I
francesi usano praticamente solo il burro eppure sono più magri di noi. I
nordamericani idem, ma sono più grassi di noi, eppure hanno grossomodo
la stessa aspettativa di vita. Evidentemente l’olio extravergine di
oliva non ha poteri taumaturgici così evidenti…

Cucina povera?

Spesso i
nutrizionisti lodano il nostro modello di cucina perché utilizza
alimenti poveri, con preparazioni semplici, il che dovrebbe contribuire a
renderla ipocalorica.

Innanzitutto c’è da dire che non sempre gli alimenti poveri sono sazianti: pane, pasta, cereali, legumi, hanno indici di sazietà molto inferiori alla carne e al pesce, notoriamente alimenti “ricchi”.

Inoltre, se penso alla cucina tradizionale italiana non mi vengono in mente piatti ipocalorici.

Se
penso alla cucina emiliana, mi vengono in mente tortellini, lasagne,
ragù piuttosto unti, salumi grassi, crescentine fritte, melanzane alla
parmigiana.

Se penso alla cucina del nord Italia, mi vengono in mente canederli e strudel, polenta, cassoula.

Se penso alla cucina meridionale, mi vengono in mente cannoli, cassate e pastiere, alla pasta al forno, alle torte pasqualine.

Se
penso alla cucina del centro Italia, mi vengono in mente minestroni di
fagioli, fette di pane con abbondante olio, salsicce e insaccati,
fiorentine spesse 3 dita.

Vi sembra forse una cucina povera, ipocalorica, o saziante?

La
cucina povera a cui si riferiscono i nutrizionisti forse era quella che i
nostri nonni, poveri, adottavano quotianamente, e che hanno abbandonato
appena hanno potuto. Quel tipo di cucina non esiste più e mai più
esiserà: inutile continuare a tesserne le lodi…

Cucina ricca di verdura?

Gli
italiani consumano in media 200 g di frutta e verdura al giorno
(escludendo le patate), una quantità molto inferiore rispetto ai 400-500
g raccomandati dall’OMS. È evidente il controsenso di chi afferma che
la cucina italiana è salutare perché fa abbondante uso di verdure: se
così fosse, almeno le quantità minime raccomandate sarebbero raggiunte. E
invece il consumo medio arriva se va bene al 50% di tali quantità!

Cucina a base di erbe e spezie?

Spesso
si sente dire che la cucina italiana è salutare perché insaporisce i
piatti con erbe e spezie piuttosto che utilizzare i grassi. Se penso
alla carrellata di piatti che ho proposto due paragrafi sopra, non vedo
un grande uso di spezie.

La
cucina orientale è una cucina basata sulle spezie (e sulle verdure), non
di certo la nostra. Ve la sentireste di paragonare il vostro modello di
cucina con quello della cucina orientale? Siamo ad anni luce di
differenza… La cucina italiana usa le erbe aromatiche in modo molto
“soft”, mentre si basa molto di più sulle calorie per rendere i piatti
appetibili.

Il pesto alla genovese non è buono perché c’è il basilico, ma soprattutto grazie all’olio, ai pinoli e al formaggio!

Il ripieno dei tortellini non è buono perché c’è la noce moscata, ma grazie alla mortadella e al prosciutto!

I tortelloni burro e salvia sono buono grazie alla salvia? Provate a dimezzare il burro e lo scoprirete…

Un
piatto di gamberi al curry con zucchine deve la sua appetibilità al
curry, e non all’olio, che può essere utilizzato in quantità minime
senza influire sulla bontà del piatto. Questo è un uso efficace delle
spezie…

La cucina italiana è da buttare?

Dal punto di vista del gusto la cucina italiana è una delle migliori del mondo e su questo non ci piove.

Bocciare
in toto la cucina italiana dal punto di vista nutrizionale sarebbe un
errore, come è un errore lodarne le caratteristiche positive, che come
dimostra l’evidenza non esistono.

Il
modello di cucina proposto dagli chef è finalizzato all’ottimizzazione
del gusto senza considerare minimamente l’aspetto calorico e tantomeno
quello della sazietà. Gli chef dovrebbero smetterla di decantare le
false virtù della cucina italiana, limitandosi a fare il loro lavoro,
ovvero proporre piatti appetibili, puntando sulla qualità degli
ingredienti, e senza improbabili pretese nutrizionali.

I
nutrizionisti e i conduttori, invece, dovrebbero prendere i piatti della
cucina italiana per quello che sono, e invitare a fare attenzione
calorie in eccesso che un tale modello di cucina comporta. Bisognerebbe
far capire chiaramente che:

per la maggioranza delle persone cucinare ogni giorno in modo tradizionale significa ingrassare.
La cucina tradizionale è salutareultima modifica: 2017-02-02T21:25:00+01:00da violla08
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